Anno LXIII (2023) – Candida Billie Mantica, “Matilde di Shabran, o sia parodia di un’opera semiseria”

Il saggio di Candida Billie Mantica, Matilde di Shabran, o sia parodia di un’opera semiseria, analizza la peculiare natura drammaturgica dell’opera di Rossini, esplorandone il rapporto con il genere semiserio e la sua dimensione parodistica. Attraverso un confronto con le fonti letterarie e librettistiche precedenti, l’autrice mette in luce le ambiguità del libretto e le strategie rossiniane che rendono quest’opera un unicum nel panorama lirico ottocentesco. Un contributo essenziale per comprendere il carattere ibrido e ironico di Matilde di Shabran.

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Nel saggio Matilde di Shabran, o sia parodia di un’opera semiseria, Candida Billie Mantica indaga la particolare natura drammaturgica dell’opera di Gioachino Rossini, ponendo l’accento sulla sua ambiguità di genere e sulla dimensione parodistica che ne caratterizza la costruzione. L’autrice esplora il rapporto di Matilde di Shabran con il genere semiserio, mettendo in evidenza come Rossini e il librettista Jacopo Ferretti abbiano giocato con le convenzioni drammaturgiche e musicali per creare un’opera che sfugge a una classificazione rigida.

Attraverso un’analisi comparata con le fonti letterarie e librettistiche precedenti – tra cui l’opera francese Euphrosine et Coradin di Méhul e le versioni italiane di Morlacchi e Pavesi – Mantica mostra come il personaggio di Matilde subisca una trasformazione significativa, assumendo tratti da eroina dominante e stratega della vicenda. Il saggio approfondisce inoltre il ruolo del buffo Isidoro, l’evoluzione delle dinamiche di genere nell’opera e l’uso dell’ironia come chiave interpretativa della partitura rossiniana.

Un’attenzione particolare è dedicata al confronto tra le versioni romana e napoletana dell’opera, sottolineando come le modifiche apportate da Rossini abbiano rafforzato l’effetto comico e accentuato la tensione tra serietà e parodia. Mantica evidenzia infine il legame tra Matilde di Shabran e le opere successive di Rossini, in particolare Le Comte Ory, suggerendo una continuità nella sua sperimentazione drammaturgica.

Caratteristiche del capitolo:

  • Analisi del rapporto tra Matilde di Shabran e il genere semiserio
  • Studio delle fonti librettistiche e delle trasformazioni del soggetto
  • Approfondimento sulla parodia e sull’ironia nell’opera di Rossini
  • Confronto tra la versione romana e quella napoletana dell’opera

Un contributo imprescindibile per studiosi di Rossini, musicologi e appassionati di teatro musicale, che desiderano comprendere le strategie drammaturgiche e le ambiguità di Matilde di Shabran, un'opera che sfida le convenzioni del suo tempo con intelligenza e ironia.